Ci siamo alzati molto presto per salire sulla Sierra di Perijá, si è presunto che ci sarebbero problemi con i gruppi che cercavano di scoraggiare o intimidire la riunione prevista sulla coltivazione della Malanga. Comunque eravamo preparati per ogni evenienza.
Quando siamo arrivati al luogo convenuto presso la comunità di Los Vivitos, comune Jesús Enrique Lossada, c'erano poche persone in attesa, anche se sapevamo che dalle montagne ci stavamo guardando e contando quanti eravamo nella carovana. Loro avevano camion pieni di persone in luoghi diversi per attaccare e prenderci di “sorpresa”.
Per qualche motivo i camion dell'esercito, che ci hanno accompagnato, sono arrivati in ritardato alcuni minuti e siamo arrivati al sito praticamente da soli. Hanno subito cominciato a scendere a cavalli, asini o camion fino a dove eravamo. Quando c'erano un centinaio di coltivatori di Malanga, sono arrivate una ad una le squadre dell'esercito. Da quel lato della Sierra ci sono circa tremila colombiani sfollati.
Molti videro l'esercito e non ha voluto avvicinarsi e sono rimasti alcuni centinai di metri in attesa dell'esito della riunione. Abbiamo dato ad altri un’ora più in modo che coloro che venivano da lontano potessero partecipare a lla riunione.
Con legge in mano abbiamo iniziato a spiegare le disposizioni degli articoli della Costituzione Nazionale. Legge Organica Ambientale, Legge di Acque e Legge Penale dell'Ambiente, sui diritti ambientali, il dovere di proteggere la biodiversità, la salvaguardia degli ecosistemi, la necessità di preservare i suoli e foreste per garantire la sostenibilità del ciclo idrologico, la protezione dei corpi idrici e sull'occupazione illegale di aree naturali protette.
Inoltre, è stato spiegato come la deforestazione nella Sierra di Perijá ha contribuito alla grave siccità che sta affrontando lo stato di Zulia e poi li abbiamo notificato il divieto della coltivazione di Malanga.
Li abbiamo fatto sapere loro la portata della Risoluzione emesso dal Ministero dell'Ambiente che vieta la semina della Malanga nel nostro unico grande polmone verde dello Stato e che fino ad oggi loro hanno causato la perdita di oltre 2.000 ettari nei pressi del serbatoio Tres Ríos, dove gli incendi si verificano ogni giorno in tutta la montagna, nel processo di liquidazione dei suoli per estendere la coltivazione.
È stato ribadito che non abbiamo l'acqua in Zulia, questo è un risultato diretto della deforestazione, e perciò siamo impegnati a combattere i reati ambientali.
Inoltre è stato precisato che le azioni per affrontare gli oltraggi alla natura sarebbero permanenti e coinvolgeranno pattuglie aeree, terrestre, la confisca delle produzioni e gli arresti di chi commettono reati ambientali. È stato affermato durante l'incontro che i certificati di mobilitazione per il trasporto della produzione vengono sospesi, in modo che si fermarà a quelli che trasportino la Malanga nel territorio di Zulia.
Nella Sierra di Perijá, essendo un Parco Nazionale, non possono essere stimolate le colture su larga scala, come è accaduto con la Malanga la cui semina è aumentata negli ultimi anni, in risposta alle esigenze delle imprese transnazionali dedicati alla rubrica di fast food. La Sierra era quasi un terminale di autotrasporti pesante, dove quotidianamente file di camion partono dalla Sierra verso i centri di raccolta per poi essere trasferiti all'estero.
L'Agenda Verde, che viene condotta dal Governatore Francisco Arias Cárdenas, vieta la deforestazione, gli incendi, le potature severe e la caccia sportiva nello stato, accoppiato con un piano di piantagione di alberi che si porta a avanti nell'ambito della gestione ambientale condivisa con il Ministero dell'Ambiente. In questo contesto, è stato proposto agli attuali coltivatori della Malanga di organizzare la conformazione di vvivai per fornire di alberi necessari per riforestare le aree che sono state violate da queste azioni ecocide.
Questo incontro con i coltivatori della Malanga è sucesso dopo 5 marce effettuate in vari comuni vicini alla Sierra di Perijá per sensibilizzare l'opinione pubblica circa le gravi conseguenze della deforestazione e semina della Malanga.
Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Fanny Reyes – giornalista ambientalista venezuelana | Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia
Nella Sierra di Perijá, essendo un Parco Nazionale, non possono essere stimolate le colture su larga scala, come è accaduto con la Malanga la cui semina è aumentata negli ultimi anni, in risposta alle esigenze delle imprese transnazionali dedicati alla rubrica di fast food. La Sierra era quasi un terminale di autotrasporti pesante, dove quotidianamente file di camion partono dalla Sierra verso i centri di raccolta per poi essere trasferiti all'estero.
L'Agenda Verde, che viene condotta dal Governatore Francisco Arias Cárdenas, vieta la deforestazione, gli incendi, le potature severe e la caccia sportiva nello stato, accoppiato con un piano di piantagione di alberi che si porta a avanti nell'ambito della gestione ambientale condivisa con il Ministero dell'Ambiente. In questo contesto, è stato proposto agli attuali coltivatori della Malanga di organizzare la conformazione di vvivai per fornire di alberi necessari per riforestare le aree che sono state violate da queste azioni ecocide.
Questo incontro con i coltivatori della Malanga è sucesso dopo 5 marce effettuate in vari comuni vicini alla Sierra di Perijá per sensibilizzare l'opinione pubblica circa le gravi conseguenze della deforestazione e semina della Malanga.
Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Fanny Reyes – giornalista ambientalista venezuelana | Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia
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