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jueves, 7 de agosto de 2014

Tempesta di R. A. Fonseca


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ANCA24 Italia inizia oggi un nuovo capitolo della sua storia. Abbiamo deciso di aprire un nuovo spazio per pubblicare con maggiore frequenza la cosí chiamata eco-poesia-prosa. 

ANCA24 Italia ha pubblicato da questa prospettiva, la eco-poetica-prosa, articoli come: Nuvole d’acqua e gli alberi nella ecopoesia di Carlos Agusto León, I fiori e gli uccelli di Juan Beroes, ecopoeta venezuelano, L’orifico e lo chiaro in due poesie ad un medesimo fiore, scritti da un straordinario e sensibile essere umano come è Lubio Cardozo, venezuelano ed ecopoeta, purtroppo non lo conosco personalmente.

Questo sito ha lo scopo di aprire nuovi spazi di riflessione per tutti coloro che, come Carlos Augusto León, Juan Beroes, Lubio Cardozo e ora Raul Alberto Fonseca Pirela, vogliono scrivere sui i quattro elementi del pianeta, acqua, fuoco, aria e terra; sulla fauna e la flora e su tutti i fenomeni naturali, dal punto di vista eco-poetico-prosa. Da qualche parte nel mondo ho letto che  la poesia è tutto ciò che ti fa vedere le cose con nuovi occhi, da un nuovo paradigma, ti fa vedere le cose ancora una volta, ma dal punto di vista della verità, dell’amore, della vita e della morte. Perché in fondo questa è la poesia: la vita, l’amore e la morte.

Oggi è la volta di un dottore, scrittore e musicista, un libero pensatore “caraqueño-marabino” di pensiero universale, sensibile e profondo: Raúl Alberto Fonseca Pirela e il suo scritto: TEMPESTA.

TEMPESTA
È mattina, verso le 8. Seduto di fronte alla finestra, a circa 40 metri da terra [suolo], vedo la tempesta in arrivo[1]. L’lluminazione diffusa, mediata dalla grande nuvola che copre il lago, [agisce come sfondo] per gli abbagliante fulmini che, con cadenza casuale, mostrano il loro dinamismo nel ora fantastico palcoscenico. Il suono, una pioggia sottile, passiva, preludia ad un altra in arrivo e che ancora non arriva su questa riva, il cambiamento continuo della tessitura della superficie dell’acqua, sempre più vicino, fanno vedere i suoi progressi. Le gocce, che vengono in orde, aggiungono una riga sonora in crescendo alla scena e con il fragore dei tuoni, più o meno lontani, si completa l’illusione di movimento.

Ho visto tre fregate[2], forbicine li chiamano qui, manovrando a piacere, nella parte più oscura della base della nube, dove le correnti d’aria sono più forti e imprevedibili. Ho visto nel loro volo, nel loro atteggiamento, il piacere puro, il gusto di volare per volare e ho sentito invidia. Ho imparato a volare a 18 anni ed ho almeno 10 senza avere un comando fra le mie mani. Mi si può incolpare di incorrere in in tale [questo] peccato mortale?

Sempre di più i fulmine accendedono la nebbia che la pioggia grande porta con sé a modo di manto, [spogliando] la superficie del lago nei punti di contatto. I raggi penetrano l’acqua, creando onde che si allontano in fretta dal impatto e subito il  manto ritorna coprendo pelle, aggiungendo ancora di più irrealtà al dipinto.

Le fregate, -ora conto  16- evoluzionano più in basso proprio davanti e sopra la finestra. Spettatori del loro proprio parco per istanti, salgono senza fretta a spirale e se indirizzano di nuovo alla parte più oscura della nuvola, che si è spostata a destra. Cercano la sensazione estrema per il semplice piacere di sperimentarla, sentirla, viverla. Tanto  godono di volare questi magnifici esseri  che passano fino a sei mesi senza toccare [terra] il suolo. Più volanti che tutti gli altri, sono caratterizzati per avere maggiore [envergadura] dimensioni, vale a dire, lunghezza del ala, rispetto al suo peso, che nessun altro uccello. Così come si alimentano, pescando al volo, si accoppiano amando al volo. Amando l’amore nell’amore. Niente si vede, almeno alla distanza, di improvviso o artificiale nell’esecuzione della sua arte. Volano ad alta velocità e sfruttando le intense  e fredde correnti come se fossi un gran balleto aereo. Volano come se fossero figure umane, facendo figure  e manovre che a me stesso mi hanno dato un grande piacere.

La tempesta, avendo raggiunto il climax con un fortissimo, inizia un decrescendo nella sua lenta evoluzione verso il tramonto.

Il lago fu il teatro, la scena.

La tempesta, -milione di volts  e di tonnellate di acqua-,  gli spettacolari effetti speciali.

Le stelle furono le fragate.

Io sono stato spettatore e iniziato allo stesso tempo. Iniziato nell’arte del volo come una fregata.

Per scrive all’autore: phonck7@gmail.com, phonck7@hotmail.com

Raúl A. Fonseca P., dottore, scrittore,  musicista e pilota-aviatore  – Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia 

[1] Scrivo con la matita su un foglio, il flusso di energia  locale si comporta in modo instabile a causa della tempesta, ciò implica il rischio di infortuni al PC.
[2] Fregata magnificens. Ucello oceanico.

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