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miércoles, 30 de julio de 2014

Venezuela: La Via del Cacao, è la strada verso il cielo

 

Sono 57 Km tra passo di montagna (foresta pluviale) e tratti di litorale. É il percorso venezuelano di interpretazione più importanti dal punto di vista storico, geografico, botanico, zoologico, che per gli esploratori esperti o alle prime armi ed escursionisti è un privilegio di conoscere. É la strada che unisce due popoli unici, singolari: Turmero e Chuao, e per arrivare lí dobbiamo superare la catena montuosa del Venezuela centrale chiamata Henrry Pittier Park, che copre una superficie di 107.800 ettari, situata nel nord della regione di Aragua, che comprende gran parte della costa di Aragua e la zona montagnosa della regione Carabobo.

Questo percorso è stato per molto tempo, una strada utilizzata dal grande popolo del cacao Chuao (sulla costa di Aragua) per uscire dalla valle dove si trova la principale città della regione, Maracay. Oggi questa via, in alcune delle sue estrade bisogna riscoprirela perche la la foresta cerca di nasconderle per ingannare al turista.

Gli esploratori devono affrontare una topografia irregolare, composta da ripidi pendii e valli strette trasversali nel vertice nord. Tutto questo paesaggio brusco, accidentato appartiene alla catena montagnosa della Cordillera de la Costa, formata da rocce metamorfiche del Mesozoico, risalente al periodo Cretaceo, circa 70 milioni di anni fa. Ci sono anche rocce basiche e acide: i piccoli valli sono paesaggi della recente Quaternario. Questi paesaggi di montagna sono molto dinamici e si verificano frane con una certa regolarità in aree di forte pendenza, in condizioni di pioggia persistente.

Per gli osservatori di uccelli, è trovarsi con uno dei grandi santuari del mondo. Ci sono 520 specie di uccelli, pari a circa il 41,6% del uccello nazionale e il 6,5% delle specie di uccelli del mondo. Inoltre, è il passaggio aereo di molte specie migratorie, sia uccelli e insetti volanti. Altrettanto, è la patria di almeno 22 specie endemiche o limitati, alcune a rischio di estinzione, come il casco Curassow (Pauxi pauxi), topo acquatico endemico (Ichtyomys pittieri), cane da acqua marsupiale (Chironectes minimus), il giaguaro (Panthera onca), il puma (Puma concolor), “cunaguaro” ocelot (passeri Felis), scimmia urlatrice (Alouatta seniculus), tapiro (Tapirus terra), cuchicuchi (POTUS flavus) e la donnola (Eira barbara).

Per gli studiosi della flora, è l’opportunità di osservare “los herbozales” e le praterie costiere, boschi e foreste di latifoglie semi stagionali, boschi nuvolosi costieri. Sulle piste, foresta secca, foresta arbustiva seca, vegetazione di savana e foreste molto umide perennifogli transizionale con l’influenza marina. Nella alta montagna, selva nuvolosa e selva nuvolosa superiore. Umidità relativa molto alto, superiore a 1.000 metri sopra il livello del mare. I suoi abitanti più illustri ci accolgono: il nano “los chaparros” (Curatella americano virgiloides Boudichia), il majaguas (Heliocarpus sp) e palo maria (Triplaris sp) delle foreste di quote più basse. La benna o bambino (Gyranthera caribensis) della foresta nuvolosa come le palme macanilla (Bactris setulosa), canna da mulino (Chamedorea pinnatifrons) prapa (Wettinia praemorsa) e altre dei generi Geonoma, Hyospathe e Socratea. Le aracee, orchidee, bromeliacee e piperaceae evidenziano nel gruppo di piante epifite. Nel sottobosco stanno in primo piano i platanillos con diverse specie di heliconia.

Dopo una discesa aggressiva e inclinata si raggiunge la foresta costiera e da lí fino al paese emblematico di Chuao. Dove secondo la Regina Isabella di Spagna, è il luogo dove si produce il migliore cacao del mondo. Popolo di origine africana, che in quella mescolanza dei fiumi, spiagge, frutti di mare e il ritmo ipnotico dei tamburi, qualcuno pur ha pensato che è arrivato in paradiso.

La Via del Cacao, definitivamente è la strada verso il cielo.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Energia pulita. In ora buona!

 

I XIX e XX secolo, si svilupparono a partire dal modello basato sullo sfruttamento dei combustibili fossili. Petrolio, gas e carbone diventarono l’energia trasformatrice, in grado di condurre l’umanità verso la luna. Il secolo XXI inizia con una visibile riduzione di queste energie, e demanda conseguenze ambientali, prodotto dall’emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, generando fenomeni come l’effetto serra e il riscaldamento globale sulla Terra. Tecnologicamente ci sono voluti anni per imparare, le scienze hanno aperto la strada ancora una volta ed è arrivato il momemto di produrre un cambiamento nel modello energetico. Di qui che le “fonti rinnovabili” sono visti come la grande soluzione di questo secolo, perché oltre ad essere quasi pulita, sono inesauribile.

Guidati dalle mani della natura  i secoli della profondità energetica stanno prossimi a chiudere il suo ciclo. Ora a portata di mano, dei nostri sensi, c’è la soluzione. Di seguito sono descritte, nuove fonti di energia, che ci stavano aspettando per migliaia di anni fa.

Serbatoi di energia luminosa, come il grande Sole e tecnologie termiche e fotovoltaiche. È una risorsa infinita, perché ogni anno il sole getta energia 4.000 volte più di quanta ne consumiamo, questo significa che il suo potenziale è virtualmente illimitato. Libero di emissioni zero che ingrandiscono l’effetto serra, usare l’energia gettata dal sole è una dele proposte tecnologiche per fermare i cambiamenti di riscaldamento globale. L’intensità di energia disponibile in un dato punto sulla Terra dipende dal giorno dell’anno, tempo e latitudine. Inoltre, la quantità di energia raccolte dipende dall’orientamento del dispositivo ricevente. Oggi è une delle energie rinnovabile più sviluppate in tutto il mondo.

Serbatoi di energia eolica. Che abbiamo perfezionati attraverso la tecnologia eolica. Questo tipo di energia non produce emissioni e non finisce nel tempo. Una turbina eolica solo di un megawatt (1 MW) che operano per un anno può sostituire l’emissione di oltre 1.500 tonnellate di anidride carbonica, 6,5 tonnellate di biossido di zolfo, 3,2 tonnellate di ossidi di azoto e 60 tonnellate di mercurio . La stessa tecnologia è modulare e scalabile: le applicazioni di turbine eoliche possono assumere molte forme, tra cui impianti eolici di grandi dimensioni, generazione distribuita e sistemi di utilizzo finale. Le applicazioni possono utilizzare strategicamente le risorse del vento in modo di contribuire a ridurre i rischi per il aumento nella carica o consumo e costi derivanti dai tagli. Inoltre riduce visibilmente la dipendenza dai combustibili convenzionali. Inoltre, i venti che producono onde che generano energia. Oggi si sono sviluppate tecnologie per l’utilizzo di energia del moto ondoso, che utilizza l’energia cinetica delle onde del mare per generare elettricità. La maggior parte dei produttori di energia del moto ondoso sono laboratori privati e aziende emergente, ma la gara per portare sul mercato questo tipo di alternativa è iniziata.

Serbatoi energetici della Luna. Con la tecnologia “mareomotriz”, le maree lunari ci aiutano a produrre energia. Il principio di utilizzo delle maree è la stessa fin dai tempi antichi, in cui sono state costruite dighe che hanno permesso che l’acqua poteva essere immagazzinata e quando la marea era alta, si faceva un backup in modo che non poteva tornare al mare e quando la marea scendeva, l’acqua immagazzinata era rilasciata libera e si muovevano le palette che usavano i molini, ecc. Oggi, con una tecnologia avanzata, quel acqua immagazzinata passa attraverso vari canali che contengono un elica che al muoversi genera energia elettrica come dettato dalle leggi fatte da Michael Faraday oltre 150 anni fa.

Serbatoi energetici dalle acque. L’energia idroelettrica è ottenuta dall’acqua in movimento. Dove il potere dell’acqua viene convertita in energia meccanica al muoversi le spolette di una turbina in un impianto idroelettrico, dove è convertito in energia elettrica. L’energia idroelettrica è rinnovabile, non inquinante e produttore di alta energia.

Serbatoi di vapori vulcanici. Chiamata energia geotermica, utilizzando acqua calda che proviene dal profondo della crosta terrestre per far girare le turbine e produrre elettricità. Produce poche emissione di anidride carbonica e possono reintrodurre l’acqua usata di nuovo nella terra per essere riutilizzati, rendendo completamente sostenibile. Applicabile solo nelle regioni in cui c’è attività vulcanica, o dove due placche tettoniche si incontrano. Per questo motivo, i luoghi come l’Indonesia e le Filippine, che si trovano nell ‘”anello di fuoco” del Pacifico, o in California, con linee di frattura multiple e sorgenti d’acqua calda sono i mercati forti per questo tipo di energia.

E serbatoi energitici dalle piante. A titolo di esempio, la produzione di etanolo, un biocarburante che si può miscelare con la benzina è fatto dallo zucchero fermentato, e il maiz è la fonte principale. Attualmente, ci sono veicoli che possono funzionare su una miscela di 90% benzina e 10% di etanolo, anche quando non c’è sufficiente etanolo a base di maiz prodotto attualmente per rispondere a questa demanda. Ci sono anche macchine che possono andare con il 85% di etanolo e anche con etanolo puro, ma questi veicoli sono ancora di fabricazione limitata.. Iniziamo cosí, il secolo “verde e blu”, rinnovando il nostro modello energetico, per disintossicare i polmoni e la pelle del Pianeta Terra.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Venezuela: Stazione Biologiche studieranno gli effetti del cambiamento climatico nelle foreste nuvolose e foreste costiere

 

La Stazione Biologica Rancho Grande, che si trova in Parco Henry Pittier  nella città di Maracay, regione di  Aragua e la stazione biologica dei Popoli di Acqua, che si trova presso il Centro di Educazione Popolare a Santa Rosa de Agua, nella città di Maracaibo, regione del  Zulia,  hanno concordato studiare gli effetti dei cambiamenti climatici nella foresta nuvolosa e nella foresta costiera nella regione  centro-occidentale del venezuela in una fase iniziale. 

I suoi direttori Ingegneri Pedro Delgado e Lenin Cardozo, espressarono che questa iniziativa ha anche lo scopo di chiamare le scuole e/o facoltà di scienze, ambientali forestali per  adottare la proposta. Altrettanto invitano, ai ricercatori che studiano i cambiamenti climatici in diverse regioni d’America, per fare causa comune e insieme costruire una diagnosi per capire nel continente americano, il vero impatto di questo fenomeno climatico.

Quindi, si propone sviluppare programmi di ricerca sulla biodiversità associata al “manglar” della costa del Lago di Maracaibo e le coste di Aragua, le foreste nuvolose della Sierra de Perijá e del Parco Henry Pittier.

Le due istituzioni hanno accordato  fare ulteriori studi sulle migrazioni, la biologia, censimenti di uccelli, incoraggiare lo scambio dei ricercatori, studenti e visitatori tra le due Stazion Biologichei. Sviluppare nuovi percorsi ecologici d’Interpretazione negli  spazi acquatici e terrestri, tra le tante  attività che voglio ricercare.

Infine rigraziano, il crescente interesse manifestato tutti i giorni ai mass media digitali, social network, giornali, radio e televisione, consentendo ai cittadini di essere informati e attenti a tutte le contingenze ambientali che stiamo vivendo nel nostro paese.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

America Latina: lo sviluppo sostenibile e la crescita responsabile?

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America Latina ha una realtà continentale e subcontinentale, ben diversa dal resto dei continenti o sub-continenti del mondo. La differenza fondamentale è nella ottica o prospettiva di vedere il mondo, interessi locali o regionali, e i gruppi etnici che le abitano. Abbiamo il più grande polmoni vegetali, giungle e foreste del mondo cosí come la maggiore quantità di terra che non sono stati ancora sfruttate, inoltre abbiamo grandi risorse naturali come l’acqua, il petroleo e le miniere.

Le nostre preoccupazioni ambientali sono specifici e le soluzioni principali devono promuovere la crescita responsabile e inclusiva di tutte le specie che ci vivono e viviamo sul pianeta. Il riscaldamento globale, l’indebolimento dello strato di ozono, e di altre questioni importante e complesse ambientale, cessano di essere la nostra priorità data l’impassibilità davanti alla deforestazione incontrollata dell’Amazzonia, gli interventi umani che accelerano la siccità dei nostri laghi e fiumi, le grandi isole dei rifiuti solidi, l’inquinamento atmosferico da anidride carbonica nelle nostre città, tra le altre situazioni rilevanti. Siamo quindi di fronte a realtà diverse che meritano diverse strategie.

Lo sviluppo sostenibile proposto dall’ONU, esprime la preoccupazione per l’imminente esaurimento delle risorse naturali nel corso del tempo, frutto di un consumo eccessivo di queste società, si propone un modelo di consumo più “equilibrato”, in funzione di garantire alle generazioni future lo sfruttamento delle stesse risorse. Questo concetto è stato accolto con applausi e acclamazioni e copiati in ciascuna delle costituzioni delle nazioni dei paesi latinoamericani, fino al punto tale che si organizzarono studi di master nell’Università del Centro e Sud America per approfondire “le considerazioni del caso”.

Questo approccio continua ad essere, fino ad oggi, la spina dorsale del pensiero ambientale e politico che ci ha governato. 

Ma di quale generazioni future parla questa proposta?, delle generazioni future Latine o africane? 
Questa tesi è la difesa  delle generazioni future, ma dei figli, nipoti e pronipoti che nascosno nei paesi sviluppati. A questi paesi non l’importa niente le nostre generazioni native, amerindi o fracicanas. Loro credono ancora nel pensiero unico, basato sul principio che l’espressione della vita ruota solo attorno ad un specie, la specie del Caucaso –LORO-. Un ragionamento totalmente egocentrico e di esclusione.

America Latina, richiede un altro approccio, orientato alla crescita responsabile e multispecie. Ma per andare in questa direzione, dobbiamo iniziare la costruzione di un nuovo discorso o riflessione su tematiche ambientali, sulla base della nostra realtà. Perché fino ad ora, non siamo stati assertivi nelle soluzioni dei nostri problemi ambientali, perché la nostra logica per l’analisi è supportata dalla struttura concettuale di altre realtà ambientali.

Mi avvalo di una analogia musicale, per spiegarmi meglio. La musica fino alla metà del secolo XIX, non poteva che scriversi, sul concetto di ritmo binario (2/4, 4/4) che vengono utilizzati in marce militari o ternari (3/4) che sono utilizzati in valzer Viennesi, tra gli altri. Data l’incapacità di scrivere, in queste categorie binarie e ternarie questi ritmi latini e/o africani, sono stati ripensati e sono stati creati i ritmi composti (5/8, 6/8, 7/8, 10/8, 11/8 … 17/8), che non è oltre che la somma o combinazione di diversi modi di ritmi binari e ternari, e d’allora è che hanno imparato a conoscere i nostri ritmi in tutto il mondo. Lo stesso accade quando si cerca di analizzare la realtà ambientale in America Latina partendo dai “ritmi marziali viennese”.

Nell’interesse di contribuire alla costruzione di concetti che permettono di dare un supporto teorico linguistico al discorso ambientale latino-americano e per potere cosí sviluppare gli strumenti di analisi necessari per la diagnosi e la ricerca di Ecosoluzioni, lascio alla discrezione del lettore, dieci concetti per il nuovo glossario ambientale. Ecco i dieci concetti. 
  1. Ambientalista Azurro: Denominazione tecnica del colore del pianeta Terra vista dallo spazio.
  2. Ecosoluzione: strategie per affrontare con successo le azioni per proteggere le specie e il recupero di spazi distrutti.
  3. Crescita responsabile: è la capacità dei popoli amerindi, africani e asiatici per soddisfare le loro esigenze di consumo, da una visione biogenerazionale.
  4. Biogenerazione: è il diritto naturale che hanno tutte le specie di alungare la loro esistenza futura nelle stesse condizioni che hanno nel presente.
  5. Crescita Responsabile Biogenerazionale: è La capacità dei popoli amerindi, africani e asiatici per soddisfare le loro esigenze di consumo senza compromettere il futuro di tutte le specie che interagiscono in queste comunità. Questo concetto nasce in contrasto con il concetto di Sviluppo Sostenibile creati dai pensatori dei paesi sviluppati per esprimere il loro bisogno di controllare il loro consumo, con lo scopo di garantire alle sue future generazioni di continuare a sfruttare la stessa ricchezza e le risorse che attualmente ottengono dai territori dell’America Latina, Africa e Asia.
  6. Iberoambientalisti: I cittadini di lingua spagnola che difendono i diritti naturali, presenti e futuri di tutte le specie che abitano il pianeta.
  7. Latinoambientalisti: I cittadini di subcontinente latino-americano che difendono i diritti naturali, presenti e futuri di tutte le specie che interagiscono nella loro comunità o ecosistema.
  8. Atmosfere intervenute: sono le alterazioni che si verificano nell’atmosfera del continente latino-americano a causa delle emissioni eccessive e continuo tossiche prodotte nelle loro città.
  9. Mexatmosfera: È l’intervento più aggressivo dell’atmosfera che ha il subcontinente americano in una città. Città del Messico, per la sua condizione geografica di valle intrappolati tra le montagna, ha un inquinamento fotochimico che colpisce il 80% della popolazione, con livelli di ozono sopra 0,30 ppm con particelle in sospensione di 10 micron.
  10. Desertificazione Amazonica: Processo di desertificazione senza precedenti che si verifica in Amazzonia a causa della predazione, la deforestazione, la biopirateria e l’incendio di alberi. 
L’Amazzonia è il polmone del mondo, con la più grande foresta pluviale, il fiume più lungo, il flusso d’acqua potabile più grande del mondo e la più grande diversità di fauna e flora. L’impatto della desertificazione dell’Amazzonia è molto più che la generazione di terre secche e aride. E il più grande crimine  generazionale della vita planetaria.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

martes, 29 de julio de 2014

America Latina ambientalista, al di là delle ideologie


 

America Latina è stata molto sfortunata nel fatto di copiare modelli politici europei. Noi latino amercani, ogni volta che copiamo sbagliamo, e con tendenza al peggio. Siamo stati felici prima che arrivasero al continente gli uomini a cavallo. Dal culto alla natura siamo diventati monarchici, poi repubblicani a volte, capitalisti, nazionalisti, socialcristiani, socialdemocratici, socialisti puri, comunisti utopici o classici, imperialisti, anti imperialisti o pro di qualcuno, di qualsiasi cosa dovevamo essere, infine, troviamo difficile di essere noi stessi.

E non in conformità con i fallimenti noti di questi approcci (alcuni di loro hanno fino a 100 anni di “prova” nel continente), la creatività ci ha portato a riemergere molte di queste ideologie rugose, grinzose, ponendoli come una novità o come articoli “fashion” che sono ormai del secolo XXI. Cioè, abbiamo rilanciato “il marchio”.

Gli stessi europei concludono, che il mondo non è stato meglio in quella presunta distinzione tra destra e sinistra. Il filosofo italiano Norberto Bobbio, ha ripetutamente espresso che la vecchia sinistra dello Stato aveva privilegiato l’uguaglianza (che non ha ottenuta) e la Libertà (che ha calpestata). Qualora la destra tradizionale ha continuato difendere, ciò che conta è il diritto alla libertà (che cercano sempre di controllare), quindi la parità, l’uguaglianza, oltre ad essere irraggiungibile, è indesiderabile chiudono le forze economiche del mercato. E a sua volta, la nuova sinistra ha sostenuto la necessità di coniugare la libertà con l’uguaglianza.

Il sociologo inglese, Anthony Giddens, ha detto che le idee della sinistra sono vecchie e obsolete, e quelle della nuova destra hanno anche fallito. Pur ritenendo che la divisione destra-sinistra è inadeguata perché ignora problemi vitali, riconosce che loro resistono a scomparire. Non basta fare appello a un centro-sinistra per risolvere i problemi, in quanto vi sono problemi che richiedono politiche radicali. Egli conclude che il socialismo di stato, come il neoliberismo globalizzato hanno fallito. Quindi, questo piatto di spaghetti ideologico è compreso solo dagli europei.

America, come continente, porta nei suoi geni una cosmovisione del mondo ambientale, che proviene dai loro antenati indigeni, e nel XX secolo, le prime azioni hanno interpretato coraggiosamente la difesa della natura, che sorgono dal coraggio e la difesa di Greenpeace, a Vancouver nel Canada occidentale. Ecologisti Hippies, hanno attirato l’attenzione del mondo per protestare in maniera indipendente, senza impegni di partito o di collegamenti con le ideologie esistenti, le prove nucleari nel Pacifico. Poi l’intolleranza e le persecuzione di chi hanno governato quei paesi, nell’epoca, costrinsero la maggior parte dei suoi fondatori a cercare rifugio in Europa. Era troppo difidente , durante la Guerra Fredda, protestare per difendere il pianeta.
La proposta ambientalista, non è la terza via, né è il nuovo vestito di una sinistra o una destra che sono venute a meno nelle loro offerte elettorali.

Né, si tratta di una setta o una nuova religione. È l’unico modo, per apprezzare la vita. Viviamo nuove realtà che richiedono ad urli nuove strategie. È ripensare un cambiamento nel nostro contratto sociale settario per un contratto naturale inclusivo. Richiede di codici di etica globale. Bisogna cambiare questo conservatore “senso comune” per un senso ambientalista innovatore.

L’essere umano ha la capacità di reinventare se stesso e il pianeta richiede di questa metamorfosi. Essere un ambientalista significa rispettare la coesistenza tra noi, in armonia con tutte le specie e proteggere il nostro unico habitat, la Terra. Ma è pur sempre un atteggiamento impegnato, fermo e attivista. Noi non agiamo come lo struzzo, che davanti al rischio o l’incomprensione mette la testa in un buco per sfuggire alla realtà.

Proteggici come specie e la natura, è la sfida.

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Andrés Bello e Alejandro de Humboldt: i creatori del sentimento ecologico nel Nuovo Mondo.



Nueva imagen 

Il primo poeta lirico nato in ispanoamerica che ha celebrato nei suoi versi, con entusiasmo fiero, il paesaggio del Nuovo Mondo è Andrés Bello (Caracas, 1781 - Santiago del Cile, 1865). Bello ha vissuto 29 a Caracas, nelle sue vicinanze, persino si avventurò per le valli di Aragua.
 
Amico della saggezza, in quelli anni studiò grammatica latina, castigliano, letteratura classica, accanto a queste conoscenze umanistiche ha effettuato anche indagini in botanica, geografia dei loro dintorni. Amicus arborum, lasciò una vigorosa testimonianza di amore per il suo ambito vegetale: ad un piccolo fiume a nord della città, che scorre tra le fattorie e le foreste, il Anauco – rimangono oggi solo il nome di un ponte, un filo di acque di scarico e un poema di Bello, lì ha fatto una bella composizione embricata di  riferimenti ellenistici, che vengono copiati qui ai lettori quindici versi, (...) Tu, verde e gentile rive di Anauco, per me più felici che le foreste idalios e i pascoli splendidi della placida Páfos, risuonarai nei miei canti umili; e quando la mia ombra sulla nefasta nave visitatrice del Erebus le valli solitarie nelle tue ombrose giungle e lontane tane vagarò qual un giorno” (...) (A. Bello, EL ANAUCO. En: Poesías. Caracas, 1981. pp. 5-6).

Ha scritto anche nella sua tappa “caraqueña” il suo famoso sonetto "MIS DESEOS", dove per la prima volta nella lirica venezuelana due alberi leggendari, molto particolari per i suoi gambi, la palma di cocco –il “cocotero”– accanto al Salice appaiono, così come la regione chiamata per sempre Aragua. In Venezuela, due specie della famiglia delle Salicaceae c’è, il noto nel sermo ruralis, popolazione rurale, Salice piangente (Salix babylonica L.)  portato al paese sotto la presidenza di Guzman Blanco, e il nativo salice comune (Salix humboldtiana); l'espressiva palma di cocco, “cocotero”, della famiglia Palmas Arecaceae, simpatica bandiera verde-gialla dei tropici arricchisce l’acquerella fissata nei versi di Bello, (...) Da Aragua alle rive un distretto che mi tribute le semplice squisitezze, che vicino alle mie rustiche case tra massi scorra un ruscello. Per prendermi nel calore estivo che abbia un boschetto, voglio anche, che cresca accanto al salice il coco orgoglioso”. (A.Bello, “MIS DESEOS”. En: Poesías. Caracas, 1981. p. 7).

Lo stesso vale per la piccola composizione in romanzo ottonari etichetta “A UN SAMÁN”. A questo gigante della flora del continente verde, “delle regioni equinoziali” humboldtiane, Bello lo immortala quando viene inserito per prima volta  nella lingua della odica del Nuovo Mondo. Emblematici questa immensa Pithecellobium Saman (Leguiminosae Mimosaceae) con la sua colossale fronda delle pianure calde del  occidente del paese, oggi albero della simbologia istituzionale della regione di Aragua. (...) “Allunga, il Saman i suoi rami senza timore al  fato feroce, e che la sua ombra amichevole al camminante protegga.” (A.Bello, “A UN SAMÁN”. En: Poesías. Caracas, 1981. p. 32). "Dopo aver lasciato il paesi di Turmero, ad una lega di distanza, si scopre un oggetto cheappare all’orizzonte... Non è una collina né un gruppo di alberi ravvicinati, ma un solo albero, il famoso Samán de Güere, conosciuto in tutta la provincia per la vastità dei suoi ramiche formano una coppa emisferica tazza di 576 piedi di circonferenza. Il Samán una specie variopinta di Mimosa, le cui braccia tortuose sono divise per ramificazione. Il suo fogliame tenuee delicato, risalta piacevolmente sul blu del cielo. Molto tempo ci siamo fermati sotto quel duomo vegetale”... (Alejandro de Humboldt, Viaje a las regiones equinocciales del Nuevo Continente. Caracas, Monte Ávila Editores, 1985. t. III, p. 87).

Bello si recò a Londra nel 1810 in missione diplomatica, insieme a Bolivar, per quanto riguarda il progetto dell'indipendenza dei venezuelani. Mai più sarebbe tornato al suo paese. Si sono conosciuti Bello e Humboldt nel breve interim di quest’ultimo a Caracas? Ci sono solo congetture al riguardo senza supporto storiografico, ma nella storia possibile questo ha dovuto accadere. La spedizione organizzata dal naturalista, geologo, botanico, astronomo Alejandro de Humboldt (Berlino 1769-1859) e il medico, botanico Aimé Bonpland (La Rochelle, Francia, 1773 – Uruguay, 1858) arrivai ​​al porto di Cumana alla foce del fiume Manzanares il 16 luglio 1799. Hanno intrapreso, quindi, dal Venezuela questi due grandi uomini della scienza la prima esplorazione importante per la conoscenza approfondita della natura del Nuovo Mondo, con il suo successivo corollario del profondo impatto nella trasformazione nella mineralogia, geografia, eodesia, astronomia, zoologia, botanica, cosmologia, tra gli altri.

Dalla nebbiosa lontananza dall’Inghilterra a Bello è stato rivelato con detta scoperta la maestà naturale del Nuovo Mondo intellettualmente illuminato dall’intelligenza e la  scientificità di Humboldt. Solo da allora Bello ha potuto comporre le sue due formidabili poesie novomondane, “ALOCUCIÓN A LA POESÍA” (1823), “LA AGRICULTURA DE LA ZONA TÓRRIDA (1826).

Due lunghe silva1 dove per  prima volta si invita ad amare, curare, lo spazio naturale –la sua flora, la sua fauna, i suoi fiumi, la sua aria, la sua luce, la sua terra, i suoi mari–, chiamata da Humboldt con sorprendente precisione geodetica "zona torrida", compresa tra il Tropico del Cancro nell'emisfero settentrionale, il Tropico del Capricorno nel hermisferio sud, diviso per il cerchio massimo del Ecuador, ma solo l’area circoscritta al Nuovo Mondo. Per i lettori di ANCA24 Italia vengono copiati solo i primi 50 versi del suo poema.

L’AGRICOLTURA DELLA  ZONA TORRIDA
Salve, feconda zona, / che il sole innamorato circoscrive/ il vago corso,  e quanto essere si incoraggia / in ogni vario clima / accarezzata dalla sua luce, concepisce! / Te tessi all’estate la sua ghirlanda / di granate spiga, tu l’uva / dai alla bollente cuba2   / non di purpurea frutta,  o rossa o gualda3, / alle tue foreste belle / manca sfumatura alcuna, e bevi in esse / arome mille il vento; / e greggi sono innumerevoli / pascendo le tue verdure, dalla pianura / avendo da confine l’orizzonte, / fino l’eretto monte, / di inaccessibile neve sempre canuta./

Te dai la canna hermosa4, / da dove la miele si purifica, / da chi disdegna il mondo i nidi d'ape; / te  in urne di corallo cuajas5 la  mandorla / che nella spumante jícara6 trabocca; / che fa vergognare fuori al murice di Tiro; / e del tuo  indaco l’inchiostro generoso / emula è del fuoco del zaffiro. / Il vino è tuo, che la ferita agave / per i bambini versa / di Anahuac8 felice; e la foglia è tua, / che, quando di morbido / fumo in spirali   vagarosas7 fugge / alleviará il fastidio allo svago inerte. / (…). / Per i tuoi figli l’eminente palma / il suo vario feudo alleva, / e l’ananas condimenta la sua ambrosia; / il suo pane bianco la manioca; / le sue pomas9 la patata educa; / e il cotone dispiega / l’aura lieve e le  rose d’oro / ed il verllo di neve. / Sdraiata per te il fresco parcha10  / pende dei suoi rami arrampicatori / nettarei palloni e frangiati fiori; / e per te il mais, il capo altezzoso / della spigata tribù, gonfia il suo grano; / e per te la banana sviene al peso della sua dolce carica; / la banana, per prima / di quanti concesse bellissimi regali / Provvidenza alle gente / dell’ecuador felice con mano lunga”. / (…). (A. Bello, “LA AGRICULTURA DE LA ZONA TÓRRIDA”. En: Poesías. Caracas, 1981. pp 65-69).


Lubio Cardozo, ecopoeta venezolano| ANCA24 - Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia 

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1. silva. La Silva comprende una serie continua di versi, che non sono fatte da strofe, e di notevole lunghezza, il cui modello poetico, è nato dal canzoniere petrarchesco come risultato di tendenze contraria allo schema della strofa. Questa poesia appartiene a Andrés Bello alle Silvas classicche del Età d’Oro di rima consonante alternado settenari ed endecasillabe.

2. cuba. Ciotola di legno contenente vino in fermentazione.

3. gualda. Erba della famiglia Resedáceas, con gambi ramoso da 4-6 decimetri altezza, foglie intere, lanceolate, con un dente su ogni lato della base, fiori gialli in spighe compatte, e frutta capsulare con piccoli semi a forma di rene. Anche se abbastanza abbondante come pianta selvatica, si coltiva per tingere giallo dorato con la sua cottura.

4. hermosa. Bellisima, splendida, meravigliosa.

5. cuajar. Trasformare un liquido in una massa solida e pastosa.

6. jícara. Piccoli vasi, di solito di terracotta, che viene spesso utilizzato per bere il cioccolato.

7. Anahuac. Territorio dell'impero azteca. Terre fertili del Messico.

8. vagarosas. Che vaga, o facilmente e di continuo si sposta da una all'altra parte all’altra.

9. pomas. Frutta di albero. Casta di mela piccola e piatta, di colore verde e di buon gusto.

10. parcha. Frutto della passione.