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sábado, 10 de octubre de 2015

Manifesto di Roma: Exxon Mobil No!!!



Essequibo SI, Exxon Mobil NO!!!agiamo UNITI PER PROTEGGERE ALL’Essequibo OGGI E NEL FUTURO

Salve, feconda zona,
che il sole innamorato circoscrive
il vago corso,  e quanto essere si incoraggia
in ogni vario clima,
accarezzata dalla sua luce, concepisce![1]

Il territorio dell’Essequibo è una zona in reclamo di 159.500 km2 e 435 km di costa nel Mar dei Caraibi da molti decenni, tra Venezuela e Guyana.

Il fiume Essequibo con 965.6064 chilometri di lunghezza è il quarto fiume più grande del Sud America e dà il nome alla zona.  E sede di popoli indigeni akawaio, patamona, waiwai, makushi, lokonas, wapishana y kariña, la cui sopravvivenza come popoli è precaria. Il fiume Essequibo ei suoi confini sono un ecosistema tropicale di straordinaria biodiversità e bellezza. Ci sono 300 specie di pesci, 60 delle quali sono specie autoctone. La biodiversità comprende più di 1000 specie di fauna selvatica, tra cui tapiro, il giaguaro, tartarughe e numerosi uccelli.

Forse per essere uno spazio di Venezuela sottoposto ad un processo di rivendicazione confinante per molti decenni l'attività politica amministrativa è stata immobilizzata nel tempo, anche in tale cessazione gli intensi scambi commerciali, gli sviluppi industriali, anche la creazione minima di uno stato organico, ma il tempo della natura NON SI È FERMATO: le foreste mantengono il loro sviluppo equilibrato sia in pianura, in montagna, nelle valli, che ha permesso la conservazione, l'abbondanza e la elevata purezza delle acque dei sui fiumi, magnifica riserva idrica incontaminata difficile di trovare in altre parti del mondo.

Flora ricca nella varietà delle sue specie, nella qualità dei propri alberi supporti dei milioni di micro habitat che abitano sopra le foreste. Favorita questa opulenza foresta dal clima e la posizione geografica di questo enorme tratto di terra situata nel cuore di ciò che viene descritto dal poeta Andrés Bello con il nome di "La Zona Torrida" posta –rispettando la relatività delle distanze– tra la linea equatore e il Tropico del Cancro, beneficiate dai venti umidi dall'Oceano Atlantico.

Il nutriente verde di questi paesaggi ha permesso la nascita di una fauna abbondante e varia, rappresentata da molte specie scientificamente preziose ormai estinte nel loro ambiente naturale, questi vertebrati e invertebrati trovano splendidi rifugi nella giungla, nelle savane e foreste di questa zona incontaminata venezuelana fiancheggiata ad est dal fiume possente dell’Essequibo.

La Guyana Essequiba è la continuazione naturale della geografia  fisica, politica, storica, umana del Venezuela, tra cui il suo limite idrografico dall’est rappresenta una frontiera condivisa, perché si tratta di un fiume, il bellissimo Essequibo.

Questa superficie estesa appartiene, senza dubbio, ai venezuelani, a quelli di qua e di là, a quelli nati nella preparata Patria Cordigliera delle Ande fino alla Guyana Essequiba legittimamente inserita in questo spazio politico–amministrativo. Noi siamo le stesse persone, lo stesso popolo  intelligente, amichevole onesto, laborioso, di sane abitudini.

Perciò:

a) La Guyana Essequiba è un'estensione consostanziale del territorio della Repubblica del Venezuela geograficamente, storicamente, politicamente e amministrativamente, così come la sua gente.

b) La Guyana Essequiba è una delle poche regioni, di grande estensione, verde e incontaminata del Pianeta che possiede vaste e antiche foreste, riparo della fauna e flora selvatica e di savana numerose, diversificata, ben protetta da una vegetazione lussureggiante.

c) Corrono sulla sua superficie più di sei grandi fiumi incontaminati, che si traduce in una inestimabile risorse idriche di alta qualità.

d) Tutto quanto detto sopra, quindi, in questo lavoro dovrebbe portare a una semplice equazione: La Guyana Essequiba appartiene al Venezuela, come spiegato nel primo paragrafo (a), per essere un opimo dell’eredità della natura, una fortuna ecologica, un tesoro ambientale ben mantenuto –vegetazione, fauna, acqua, terra, atmosfera, ossigeno, gente– la umanità saggia dovrebbe assumere un impegno etico per la salvaguardia di un patrimonio ambientale comune scientifico, artistico, ricreativo, ecologico, degli abitanti del Pianeta Blu. Chiediamo di solidarietà al riguardo.

Chiediamo al Governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela, a proseguire gli sforzi diplomatici gestione internazionale pacifica, ribadendo il suo rispetto per i diritti indigeni, che si impegni a proteggere l'ecosistema del Essequibo e non cessi nei suoi sforzi per proteggere la predazione di Exxon Mobil.

Gli chiediamo ai cittadini del mondo  firmare la questa petizione in sostegno della gestione ambientale e pacifica venezuelana e il ripudio della compagnia petrolifera più sinistra del mondo la cui intrusione nel Essequibo, sarebbe la morte di una zona ecologica unica al mondo.

E chiediamo ai nostri fratelli e sorelle membri della Guyana della Nostra America, rinnegare l'interferenza di Exxon Mobil nelle trattative dei confine tra il Venezuela e la Guyana, e che, risolte queste, uniscano gli sforzi ambientali di entrambi gli Stati per preservare l'Essequibo come zona di ecoturismo, parchi santuari e casa stabile per le popolazioni indigene tradizionali.

Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia - Erasto Trujillo, Filosofo - Jaime Otalora, Filosofo, Danilo Weber, Sociologo - Fabrizio Santini, Psicologo - Maurizio Gentile, Professore - Lorenza La Barbera, Informatica - Antonella Basile, Psicologo - Miguel Ángel Pérez Pirela, Filosofo, Analista Politico e Conduttore Televisivo. Cargando...


[1] L’AGRICOLTURA DELLA  ZONA TORRIDA, (Versi 1–5), de Andrés Bello.

Manifesto di Maracaibo Campagna ¡¡¡Nel Essequibo Exxon NO!!!"

Il Essequibo venezuelano un territorio al nord del Sud America nel mirino dei pirati e corsari.

Gli ambientalisti di tutto il mondo, coloro che difendono la natura, a coloro che amano gli alberi, la fauna selvatica, che rispettano la vita fino all'ultimo battito, a quelli che credono che ogni specie sul pianeta ha la sua ragion di  essere, a coloro che capiscono che in questo luogo magico chiamato Terra c'è spazio per gli umani e non umani. Quelli che sfidano il non-pianeta ovunque nella nostra casa sferica, gli chiamiamo perché insieme proteggiamo questo vergine luogo naturale, uno dei pochi spazi verdi che ancora rimane  in America, chiamato L’Essequibo Venezuelano.

Oggi l'alleanza corsara Exxon Mobil e il governo della Repubblica Cooperativa di Guyana, vogliono prendere per forza questo meraviglioso e inedito territorio naturale, che ospita oltre 400 specie endemiche di pesci, 800 tipi di uccelli, 1.168 di vertebrati. Con una delle cadute d'acqua più imponente sul pianeta: le Cascate di Kaietem che hanno un'altezza di 226 metri. Essa ha anche una foresta che rappresenta 8 milioni di ettari, che riunisce più di 1.000 specie diverse di flora e foreste ed è anche un santuario di alberi giganteschi. Per essere situati dentro del chiamato Scudo Guyanés, gli dà una caratteristica senza precedenti come regione di biodiversità.

Dal 2007 la CITES [Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Minacciate] ha studiato il bacino del fiume Essequibo e ha raccomandato di considerare la regione come una zona di conservazione. Secondo CITES, "La biodiversità del bacino del fiume Essequibo è molto alta, con molte specie uniche e specie nuove per la scienza. È assolutamente necessario agire rapidamente per la conservazione di queste zone incontaminate che stanno rapidamente scomparendo in tutto il pianeta, quindi è essenziale imparare su esse prima che vengano alterate. Ripristinare la tendenza possessiva estrattivista minera è raccomandato per il processo decisionale davanti ad una nuova realtà che richiede la consapevolezza ambientale, ecologica e conservazionista”.

L’essequibo è anche sede di popoli indigeni Akawaio, Patamona, Waiwai, Makushi, Lokonas, Wapishana e Kariña, la cui sopravvivenza per secoli non  è stata impattata dall’inquinamento ma oggi questi nativi sono abusati e sfollati dai minatori guyanesi e brasiliani.

Consentire, permettere le operazioni petrolifere, l'estrazione mineraria e la  deforestazione significa condannare la scomparsa di una straordinaria e importantissima flora,  fauna e risorse idriche del Continente.

Noi come Fondazione Azul Ambientalistas facciamo la seguente proposta per proteggere questa immacolata regione alla pari degli avanzi o non delle trattative geografiche: dichiarare tutti gli attuali territori disputati come un territorio patrimonio naturale mondiale attraverso la figura di Corridoio Biologico del Bacino del Fiume Essequibo, e proteggere la biodiversità del Bacino del fiume Essequibo e fermare qualsiasi possibilità di estrazione transnazionale in quello spazio.

I Corridoi Biologici sono gli standard internazionali per la tutela della biodiversità nel mondo. Il Corridoio Biologico del Bacino del Fiume Essequibo ha una superficie di 120.000 km2, con più di 20 affluenti, con una desimboccatura che rappresenterebbe il secondo estuario  più grande della America. Il quale sarebbe una delle regioni con il più alto tasso di endemismo in piscifauna in tutto il mondo, fino al punto di chiamarlo il paradiso mondiale degli pesci, secondo riviste specializzata di pesca.

Dalla città di Maracaibo, ci pronunciamo per la difesa della biodiversità dell’Essequibo e ci dichiariamo attivisti permanenti della campagna "Nel Essequibo Venezuelano ¡¡¡#ExxonNO Ven!!!"

Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 – Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

Nel Zulia l’Essequibo ha Dolenti!!!


Importanti manifestazioni di solidarietà dallo stato di Zulia si sono espressi per la tutela e la difesa della biodiversità del territorio Essequibo. Nella città di Machiques è stato letto un manifesto di sostegno, altrettanto nella città di Maracaibo e del Consiglio Ciruma.

Parlare dell’Essequibo tempo fa, era un tema distante, ricordato solo perché sulla nostra mappa del Venezuela c'è ad ovest  un ombreggiato con strisce diagonali che dice zona "Territorio in Disputa". La campagna "Nel Essequibo Exxon NO!!!" ci ha permesso di conoscere sempre di più il valore della conservazione del grande "Stato Verde". Sensibilizzarci per la sua biodiversità e conoscere sul crudele spostamento ai quali sono sottoposti i popoli amerindi dai garipendios brasiliani e dai guyanesi con lo scopo di occupare i loro stabilimenti.

Nel Zulia l’Essequibo ha Dolenti!!!