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domingo, 10 de agosto de 2014

L’uso della energia nucleare e il terremoto in Giappone



 

Questo articolo non cerca di offendere a nessuno e ne meno approfittarsi  dell'attuale sofferenze del popolo giapponese per avere rating. La solidarietà con il dolore del popolo giapponese è attiva e assoluta.

La catastrofe causata dalla natura, di cui il Giappone è oggi vittima, ha evidenziato il problema immenso delle centrali nucleari, al di là del vantaggio di produrre energia elettrica, sono state segretamente seminate bombe a orologeria, che prima o poi la natura si prenderà cura di esplodere. È sparita cosí, il mito che l’energia nucleare è una energia alternativa, affidabile e sicura

Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica, in tutto il mondo ci sono 442 reattori nucleari e 65 in costruzione. Concentrati la maggior parte tra i paesi degli Stati Uniti, Francia, Giappone, Russia e altri 25 paesi. Inventario ridotto al minimo, perché non includono quelli che sono stati costruiti in segreto (come le bombe cosiddette nucleare, stimate oltre 23 mila, sparsi in tutto il mondo). La verità è che una reazione a catena di alcuni di questi reattori o armi sono sufficienti per porre fine alla vita del pianeta.

Per alcuni scienziati, un dibattito sul futuro dell’energia nucleare nel mondo non deve svilupparsi sul calore dell'incidente di Fukushima, detta  discussione sarebbe condizionata sulla base della emotività davanti ai fatti del Giappone. Dove presumibilmente, l’attuale progettazione dei moderni impianti nucleari, anche in situazioni critiche, se dovesse succedere un incidente, sarebbe solttanto un problema locale, senza raggiungere dimensioni globali. Gli scienziati argomentano che questi reattori sono sempre più giustificati, data la mancanza di altre fonti energetiche come il petrolio, carbone o gas.

Tuttavia, il dibattito deve andare oltre alla domanda se utilizzare o meno l’energia nucleare per scopi pacifici. Per molti scienziati e ambientalisti, la contingenza nucleare in Giappone conferma l’opinione che l’intervento umano, la sua visione irrazionale di dominare l’altro, sta accelerando la distruzione della vita sul pianeta. A questo punto, siamo stati in grado di contribuire sulle condizioni climatiche, creare squilibri, e generare disastri in maggiore o minore percentauli, che si nascondo, e anche si travestono da fenomeni “naturali”.

Naturalmente, gli scienziati anti-planeta, che sono sul libro paga del club dei paesi inquinatori difendono questo approccio. Per loro, ciò che accade è perché deve accadere. Si sta sperimentando il sesto ciclo e il cambiamento climatico è parte di un processo naturale prima del raffreddamento globale della Terra. L’azione umana è esente da questi cambiamenti. E ‘ora che tutti prendano la loro bandiera di battaglia. Da parte nostra, fino all’ultimo giorno della nostra vita, saremmo altri in più della causa ambientale.
 
Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 | Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

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