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domingo, 10 de agosto de 2014

America Latina: Energia della vita contro la energia della morte


 

La grave contingenza subita dal Giappone a causa del terremoto e dello tsunami, dopo che è sfuggito di mano alla centrale nucleare di Fukushima, che si trova a 373 chilometri a nordest di Tokyo, rivivere la riflessione mondiale sulla sicurezza d’uso di tale energia. Potenze come gli Stati Uniti e la Francia sono venuti a sua difesa, soprattutto perché questi due paesi, i venditori quasi esclusivo di queste tecnologie nucleari. Il suo portavoce principale han minimizzato l’incidente in Giappone e valutato come un evento isolato, senza grandi contrattempi.

In America Latina, è relativamente recente l’uso di questa tecnologia. Attualmente ci sono 6 reattori nucleari che operano per questo scopo: due in Argentina (Buenos Aires Atucha I e Embalse a Córdoba), due in Brasile (Angra dos Reis) e due in Messico (Laguna Verde I e II a Veracruz). Come l’Argentina, il paese latinoamericano ha il più antico reattori della regione. Atucha ha iniziato la produzione di elettricità nel 1974 e nel 1983 Reservoir, che contribuiscono alla produzione di energia elettrica del paese, del 6%. Eppure, dal 2006, l’Argentina è in esecuzione una espansione nucleare con un budget di 3,5 miliardi di dollari, che include la costruzione di un secondo reattore in Atucha chiamato Atucha II.

La loro aspettativa è di raggiungere la sua capacità del 150%. Anche il Brasile è stato sollevato una espansione simile, e ha in programma l’apertura di cinque nuovi reattori nei prossimi 15 anni, con capacità di aumento stimato di oltre il 400%, aumentando il contributo nucleare alla matrice energetica di un 3% 10% nel 2025. In Messico, il 5% di elettricità generata da energia nucleare. Dal 2007, ha sviluppato un piano per aumentare la capacità di Laguna Verde del 20%. Si consideri l’acquisizione di otto nuovi reattori entro il 2025.

Eppure, lo sapevamo già gli annunci da parte dei governi della Colombia, Cuba, Cile, Ecuador, Perù, Uruguay e Venezuela, ai fini della creazione di programmi di energia nucleare. Per questi paesi, le energie alternative sono ancora in background. La crisi nucleare del Giappone, sicuramente, scossó l’opinione pubblica nella subregione. L’installazione di centrali nucleari per la produzione di energia elettrica in America Latina non appare più come un ‘idea di avanguardia, di sviluppi strategici, ha perso il suo “angelo”. Le accuse degli ambientalisti non si è fatta aspettare.

Molti vvisi sono stati massimizzati davanti ai reclami iniziali per sviluppare questo tipo di energia. Chiediamo  ai governi pro-nucleare la trasparenza, la discussione su questo tema e che dicano la verità, sulla energia alternativa contro l’energia nucleare. Da parte nostra (gli ambientalisti), la volontà è unanime: difendere energie vitali contro l’energia della morte.
  
Lenin Cardozo, ambientalista venezuelano | ANCA24 | Hugo E. Méndez U., giornalista ambientalista venezuelano | ANCA24 Italia

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